venerdì 30 aprile 2010

Un Nobel per.....Internet!



Sta girando in televisione e su internet una nuova iniziativa. Candidare per il prossimo premio Nobel per la pace niente di meno che Internet! Ho scoperto inizialmente questa iniziativa sul canale televisivo musicale Mtv il quale in uno spot sosteneva la candidatura di Internet e chiedeva agli Internauti di caricare un proprio video su http://www.youtube.com/internetforpeace e di sostenere il manifesto. Oltre a Mtv, anche il nostro presidente della camera Gianfranco Fini sostiene la candidatura di Internet per il premio Nobel, infatti ha dichiarato che Internet è libertà e conoscienza, e inoltre invitava a creare un forte movimento internazionale proprio per sostenere questa candidatura. Però non tutti la pensano allo stesso modo, a mio parere non sarebbe giusto assegnare il Nobel a Internet perchè in fondo è solo un mezzo e cosi come viene utilizzato positivamente viene anche utilizzato negativamente, certo più che altro c'è sempre la minoranza di cretini che usa internet come invito alla violenza, caricando video pedofili ecc... L'idea che il premio Nobel alla fin fine sia assegnato a ognuno di noi è una prospettiva molto interessante, però con l'assegnamento del premio nascerebbero non indifferenti problematiche. Innanzitutto chi ritirebbe il premio?? Di certo non tutti noi sarebbe un qualcosa di impossibile, eppoi i soldi che arriverebbero dal premio dove finiranno?? In beneficenza?? In qualche associazione che promuove l'utilizzo della rete?? E se si quale?? Con questa serie di interrogativi lascio me stesso e chiunque legga questo post nel dubbio su se sia giusto o no assegnare il premio Nobel per la pace a Internet.........

giovedì 29 aprile 2010

Inter in Finale!!!!


Dopo ben 38 anni L'Internazionale di Milano è riuscita a qualificarsi alla finale di Champions League, prevista a Madrid il 22 Maggio. Una gioia immensa provata da tutto l'ambiente nerazzuro al fischio finale al "Camp Nou" dopo 96 minuti di agonia pura di giocatori, tecnico, tifosi ecc...Una finale meritatamente raggiunta dai giocatori allenati da Jose Mourinho, che dopo un inzio altalenante nella massima competizione europea(parecchie sono state le diffoltà nel girone eliminatorio), dagli ottavi di finale in poi hanno instaurato una marcia devastante eliminando il favoritissimo Chelsea di Carletto Ancelotti,vincendo anche a Stamford Bridge, l'onesto CSKA di Mosca e infine lo schiacciasassi del calcio moderno, la squadra che nello scorso anno solare ha collezionato ben 6 trofei cioè tutto quello che era possibile vincere, infatti per poter battere un simile record ci sarebbe bisogno dell'invenzione di una nuova coppa. Un piccolo appunto sulla squadra catalana, a mio parere bisognerebbe strappare dalla maglia lo sponsor dell'unicef, perchè sono stati tutt'altro che corretti e il loro super proclamato fair-play si è eclissato nel nulla! Dalle magliette di Sabato scorso associate alle dichiarazioni al veleno di Piquet si è arrivato al momento forse più deplorevole della cosidetta "remuntado" cioè quando hanno tentato di impedire la festa nerazzurra azionando gli idranti, una vera e propria caduta di stile dell squadra e dell'ambiente catalano. Ritornando ai nerazzurri dagli ottavi gli uomini di Mou hanno collezionato 5 vittorie consecutive e una sconfitta quella di ieri sera, definita dal tecnico come la più bella sconfitta in tutta la sua carriera di allenatore. Il portoghese nonostante i suoi atteggiamenti non graditi a molti è entrato di prepotenza nella storia nerazzura, diventando l'idolo di tutti i tifosi dell'Inter. Il tecnico è riuscito nell'impresa di cambiare la mentalità ormai anti-europea della squadra che a parte la parentesi del 2003 con il derby-semifinale con il Milan ha ottenuto risultati più che deludenti nel massimo teatro del calcio europeo. Ora manca un ultimo sforzo per regalare ad una piazza intera una coppa che manca dalla bacheca nerazzurra dall'ormai sbiadito 1965. Tutti i tifosi stanno sognando la tripletta degli uomini di Mourinho in corsa su ben 3 fronti Campionato, Champions e Coppa Italia. Nel giro di un mese sapremo se la corazzata sarà riuscita nel "Treble" oppure in un "Double" o forse anche nel temutissimo "Zeru Tituli" coniato l'anno scorso come sfottò per Milan e Juve dal portoghese. Appuntamento per il 22 Maggio (prima finale della storia a essere giocata di Sabato) allo stadio "Bernabeu" di Madrid, vedremo se i ragazzi di Mourinho entreranno nella storia oppure se l'ambitissima coppa rimarrà solo un sogno (e non un ossessione).

mercoledì 28 aprile 2010

Art Tatum : il Dio del pianoforte

a cura di http://centopercentomusica.blogspot.com/




Art Tatum non è un pianista jazz ma il "pianista jazz" e per dirla come Fats Weller è il "Dio del pianoforte".
Innanzitutto dobbiamo inquadrarlo nel periodo storico, siamo nella prima metà del secolo scorso, nel vivo del fermento jazz statunitense. Autodidatta, riuscì a raggiungere un livello di perfezione tecnica stupefacente.
Pensate che per il pianista e compositore russo Rachmaninov, Art Tatum era il miglior pianista vivente.
Vi invito ad ascoltarlo soprattutto per le sue linee melodiche e per le improvvisazioni, mai eccessive, senza uscire troppo dalla melodia del brano, un jazz di facile ascolto nonostante la sua tecnica eccelsa e secondo me questa è la sua vera bravura, far arrivare il jazz anche alle orecchie di un pubblico abituato ad ascoltare tutt'altro genere.
Se amate il pianoforte provate ad avvicinarvi al suo mondo.
Vi consiglio come approccio l'antologia "The complete Capitol Recordings", e soffermatevi ad ascoltare la sua interpretazione dello standard "Tea for two"


Buon Ascolto!

martedì 27 aprile 2010

Idol Gives Back



La cantante RnB Mary J.Blige ha fatto rivivere un pezzo storico dei Led Zeppelin forse il più bello "Stairway To Heaven" tratto dall'album Led Zeppelin IV. La canzone è tutt'ora una delle più richieste dalle emittenti radio statunitensi . La cantante nativa di New York ha riunito i migliori musicisti per riproporre al grande pubblico la mitica ballata rock dei Led Zeppelin. Travis Barker alla batteria, Steva Vai e Orianthi (la chitarrista di Micheal Jackson, fortissima) alle chitarre , Randy Jackson al basso e come produttore e ovviamente Mary J.Blige alla voce. Questi sono i fantastici 5 che hanno fatto rivivere questa splendida canzone, che sarà anche inserita nell'album della cantante "Stronger". Il video che ho inserito nel post, è l'esibizione che gli artisti hanno fatto ad American Idol!! Strepitosi!!

Scettiche allegre sbugiardano religioso iraniano.

a cura di: http://attivissimo.blogspot.com/


Qualche giorno fa Hojatoleslam Kazem Sediqi, il religioso che dirige le preghiere del venerdì a Teheran, ha dichiarato che i terremoti sono causati dalle donne promiscue e da quelle che vestono in modo non modesto, corrompendo i giovani e diffondendo l'adulterio, che aumenta appunto gli eventi sismici.

Dato che quest'affermazione religiosa parla di effetti fisici concreti, la si può sottoporre a verifica e fare scienza divertente. È quello che ha fatto una studentessa della Purdue University, Jennifer McCreight, avviando una campagna su Facebook denominata Boobquake (che potrei tradurre come "Scossa tetturica"). La campagna ha invitato le donne di tutto il mondo a vestirsi "in modo non modesto" e in generale a mostrare un po' più del solito le proprie grazie il 26 aprile scorso, "per accogliere il presunto potere soprannaturale del loro seno".

L'iniziativa ha avuto circa 154.000 aderenti, comprese alcune donne americane di origine iraniana. Ieri, in occasione dell'anniversario della nascita di Charles Richter (quello dell'omonima scala), è stato condotto l'esperimento, che ha dato un esito molto interessante. Infatti ieri s'è verificato un terremoto di magnitudo 6.9 a Taiwan, alle 11 ora locale.

Vuol dire che l'esposizione delle scollature ha davvero effetti sismici? Possiamo controllare i terremoti vestendoci in modo castigato? Possiamo devastare le nazioni nemiche invadendole con valchirie pettorute che si espongano in atteggiamenti promiscui? No, perché in media nel mondo avvengono 134 terremoti di magnitudo 6-6.9 ogni anno. Uno ogni tre giorni o giù di lì. E non si capisce perché le divinità dovrebbero prendersela con Taiwan, che di certo non è stato l'epicentro dell'iniziativa. Oltretutto il terremoto non ha causato danni, a differenza di quelli che hanno colpito l'Iran nei mesi e anni scorsi.

Il Boobquake è una forma di protesta geniale: prende per i fondelli le ossessioni di chi, di fronte alle grazie fisiche altrui, si trova con un inconfessabile terremoto nei pantaloni. In nome della scienza, naturalmente, saranno necessari numerosi altri esperimenti di controllo, con grande entusiasmo della popolazione tutta. L'unico mio rammarico è di non avere l'equipaggiamento adatto per partecipare personalmente all'iniziativa.

lunedì 26 aprile 2010

1° Maggio 2010


Quant'è bello il colore delle parole,
e che festa diventa un foglietto,
un pezzo di carta -
non importa se è stracciato
e poi riattaccato -
e se è tutto ingiallito
per la vecchiaia,
che fa?
che te ne importa?
Diventa una festa,
se le parole
che porta scritte
sono state scelte
secondo il colore delle parole.
Tu leggi
E vedi il blu
Vedi il celeste
Vedi il rossiccio
Il verde
Il paonazzo,
ti viene sotto gli occhi l'amaranto
se chi ha scelto
conosceva
la faccia
la voce
e gli occhi di un tramonto.
Se chi sceglie,
non sceglie bene,
si mischiano i colori delle parole.
E che succede?
Una confusione
di migliaia di parole,
tutte uguali
e dello stesso colore:
grigio scuro.
Non senti il mare,
eppure il mare parla,
dice.
Non parla il cielo,
eppure il cielo è parlatore.
La fontana inaridisce.
Il vento muore.
Se sbatte un balcone,
non lo senti.
Il freddo si confonde con il calore
e la gente parla come fosse muta.
E questo è il problema:
nemmeno un pittore
può scegliere il colore delle parole.

Da questa poesia di Eduardo De Filippo prende spunto l'edizione numero 21 del concerto del 1°Maggio che annualmente si svolge a piazza San Giovanni a Roma. Quest'anno la manifestazione avrà ben 2 novità considerevoli. Innanzitutto dopo 20 edizioni quest'anno sarà la prima volta in cui sarà una donna la conduttrice dell'evento, infatti condurrà la manifestazione Sabrina Impacciatore, attrice,comica e imitatrice. La seconda novità sarà l'esibizione di un'orchestra sinfonica composta da ben 70 elementi, a questa orchestra sarà affidata l'apertura serale e c'è molto curiosità su come si inseriranno all'interno del contesto del concerto. La line-up è di tutto rispetto anche se rispetto allo scorso anno c'è molta differenza. L'head-liner della serata non sarà Irene Grandi come precedentemente annunciato ma bensì Vinicio Capossela, cantautore e polistrumentista. Il nome forte come il Vasco Rossi dello scorso anno non c'è stato (almeno per ora), certamente Capossela è un musicista di tutto rispetto ma ovviamente non è un nome che attira le masse come Vasco. Oltre al cantautore di origine irpina si esibiranno sul palco Simone Cristicchi, Roy Paci e gli Aretuska, Carmen Consoli, Samuele Bersani, Nina Zilli i Bad Spencer Blues Explosion i Baustelle e tanti altri ancora... Come artista internazionale canterà Paolo Nutini forse più che internazionale forse dovremo dire semi-internazionale perchè il cantante scozzese ha origini italiane (come si evince anche dal nome). Oltra alle 2 novità precedentemente elencate, bisogna segnalare l'uscita del Dvd sulla passata edizione a evidenziare l'enorme successo del 2009, forse il punto di non-ritorno di questa manifestazione. Anche quest'anno ad aprire la manifestazione sarà il gruppo vincitore del contest "1°Maggio tutto l'anno" e come sempre la diretta televisiva sarà affidata a Rai 3 a partire dalle 16.00. Buon divertimento!

domenica 25 aprile 2010

25 Aprile

Oggi 25 Aprile si celebra la liberazione dell'Italia dall'occupazione Nazista. Oltre ovviamente alla liberazione del paese questa data è un tributo a tutto il movimento della resistenza partigiana che ha cercato di arginare dapprima i fascisti e poi i nazisti. Letteralmente il 25 Aprile sta ad indicare la data in cui vennero liberate Milano e Torino dall'occupazione, simbolicamente è una celebrazione alla libertà. Questo valore così alto che si era perso in quegli anni grigi e buoi dominati da dittatori brutali e regimi pazzoidi. Ovviamente oltre al genocidio della popolazione ebraica, precisamente per l'Italia e gli Italiani basta ricordare la strage delle fosse Ardeatine dove brutalmente furono uccisi e buttati tutti assieme in una fossa 335 civili e militari come atto di rappresaglia in seguito ad un'attacco partigiano contro le truppe naziste. Penso che con il 25 Aprile non bisogni pensare unicamente alla liberazione d'Italia dai nazisti, bisognerebbe pensare a coloro che hanno dato la vita per far si che l'Italia tornasse libera, ma non solo i partigiani e tutti coloro che sono scesi in trincea per sconfiggere il nazismo anche coloro che hanno provato a opporsi al fascismo stesso, come ad esempio Giacomo Matteotti che dopo aver provato a denunciare il fascismo e i suoi brogli fu ucciso. Quindi con questa data bisogna ricordare tutti i personaggi che hanno composto dall'avvento del fascismo alla conclusione del conflitto la "resistenza" italiana. Perchè se non c'è nessuno che combatte per la libertà nessuno potrà mai averla....quindi bisogna alzare gli occhi al cielo e chiedere grazie a tutta questa gente che è morta oltre che per la patria, per la LIBERTA'...

sabato 24 aprile 2010

Il treno ha fischiato...

Riporto il testo della fantastica novella del maestro Pirandello che ha mio parere non ha nemmeno bisogno di commenti....

"Farneticava. Principio di febbre cerebrale, avevano detto i medici; e lo ripetevano tutti i compagni d'ufficio, che ritornavano a due, a tre, dall'ospizio, ov'erano stati a visitarlo.
Pareva provassero un gusto particolare a darne l'annunzio coi termini scientifici, appresi or ora dai medici, a qualche collega ritardatario che incontravano per via:
Frenesia, frenesia.
Encefalite.
Infiammazione della membrana.
Febbre cerebrale .
E volevan sembrare afflitti; ma erano in fondo così contenti, anche per quel dovere compiuto; nella pienezza della salute, usciti da quel triste ospizio al gaio azzurro della mattinata invernale.
Morrà? Impazzirà?
Mah!
Morire, pare di no...
Ma che dice? che dice?
Sempre la stessa cosa. Farnetica...
Povero Belluca!
*E a nessuno passava per il capo che, date le specialissime condizioni in cui quell'infelice viveva da tant'anni, il suo caso poteva anche essere naturalissimo; e che tutto ciò che Belluca diceva e che pareva a tutti delirio, sintomo della frenesia, poteva anche essere la spiegazione più semplice di quel suo naturalissimo caso.

*Veramente, il fatto che Belluca, la sera avanti, s'era fieramente ribellato al suo capo ufficio, e che poi, all'aspra riprensione di questo, per poco non gli s'era scagliato addosso, dava un serio argomento alla supposizione che si trattasse d'una vera e propria alienazione mentale.
Perché uomo più mansueto e sottomesso, più metodico e paziente di Belluca non si sarebbe potuto immaginare.
*Circoscritto... sì, chi l'aveva definito così? Uno dei suoi compagni d'ufficio. Circoscritto, povero Belluca, entro i limiti angustissimi della sua arida mansione di computista, senz'altra memoria che non fosse di partite aperte, di partite semplici o doppie o di storno, e di defalchi e prelevamenti e impostazioni; note, libri mastri, partitarii, stracciafogli e via dicendo. Casellario ambulante: o piuttosto, vecchio somaro, che tirava zitto zitto, sempre d'un passo, sempre per la stessa strada la carretta, con tanto di paraocchi.
Orbene, cento volte questo vecchio somaro era stato frustato, fustigato senza pietà, cosi per ridere, per il gusto di vedere se si riusciva a farlo imbizzire un po', a fargli almeno drizzare un po' le orecchie abbattute, se non a dar segno che volesse levare un piede per sparar qualche calcio. Niente! S'era prese le frustate ingiuste e le crudeli punture in santa pace, sempre, senza neppur fiatare, come se gli toccassero, o meglio, come se non le sentisse più, avvezzo com'era da anni e anni alle continue solenni bastonature della sorte.
Inconcepibile, dunque, veramente, quella ribellione in lui, se non come effetto d'una improvvisa alienazione mentale.
*Tanto più che, la sera avanti, proprio gli toccava la riprensione; proprio aveva il diritto di fargliela, il capo ufficio. Già s'era presentato, la mattina, con un'aria insolita, nuova; e cosa veramente enorme, paragonabile, che so? al crollo d'una montagna era venuto con più di mezz'ora di ritardo.
Pareva che il viso, tutt'a un tratto, gli si fosse allargato. Pareva che i paraocchi gli fossero tutt'a un tratto caduti, e gli si fosse scoperto, spalancato d'improvviso all'intorno lo spettacolo della vita. Pareva che gli orecchi tutt'a un tratto gli si fossero sturati e percepissero per la prima volta voci, suoni non avvertiti mai.
Così ilare, d'una ilarità vaga e piena di stordimento, s'era presentato all'ufficio. E, tutto il giorno, non aveva combinato niente.
La sera, il capo ufficio, entrando nella stanza di lui, esaminati i registri, le carte:
E come mai? Che hai combinato tutt'oggi?
Belluca lo aveva guardato sorridente, quasi con un'aria d'impudenza, aprendo le mani.
Che significa? aveva allora esclamato il capo ufficio, accostandoglisi e prendendolo per una spalla e scrollandolo. Ohé, Belluca!
Niente, aveva risposto Belluca, sempre con quel sorriso tra d'impudenza e d'imbecillità su le labbra. Il treno, signor Cavaliere.
Il treno? Che treno?
- Ha fischiato.
Ma che diavolo dici?
Stanotte, signor Cavaliere. Ha fischiato. L'ho sentito fischiare...
Il treno?
Sissignore. E se sapesse dove sono arrivato! In Siberia... oppure oppure... nelle foreste del Congo... Si fa in un attimo, signor Cavaliere!
Gli altri impiegati, alle grida del capo ufficio imbestialito, erano entrati nella stanza e, sentendo parlare così Belluca, giù risate da pazzi.
Allora il capo ufficio che quella sera doveva essere il malumore urtato da quelle risate, era montato su tutte le furie e aveva malmenato la mansueta vittima di tanti suoi scherzi crudeli.
Se non che, questa volta, la vittima, con stupore e quasi con terrore di tutti, s'era ribellata, aveva inveito, gridando sempre quella stramberia del treno che aveva fischiato, e che, perdio, ora non più, ora ch'egli aveva sentito fischiare il treno, non poteva più, non voleva più esser trattato a quel modo.
Lo avevano a viva forza preso, imbracato e trascinato all'ospizio dei matti.

*Seguitava ancora, qua, a parlare di quel treno. Ne imitava il fischio. Oh, un fischio assai lamentoso, come lontano, nella notte; accorato. E, subito dopo, soggiungeva:
Si parte, si parte... Signori, per dove? per dove?
E guardava tutti con occhi che non erano più i suoi. Quegli occhi, di solito cupi, senza lustro, aggrottati, ora gli ridevano lucidissimi, come quelli d'un bambino o d'un uomo felice; e frasi senza costrutto gli uscivano dalle labbra. Cose inaudite; espressioni poetiche, immaginose, bislacche, che tanto più stupivano, in quanto non si poteva in alcun modo spiegare come, per qual prodigio, fiorissero in bocca a lui, cioè a uno che finora non s'era mai occupato d'altro che di cifre e registri e cataloghi, rimanendo come cieco e sordo alla vita: macchinetta di computisteria. Ora parlava di azzurre fronti di montagne nevose, levate al cielo; parlava di viscidi cetacei che, voluminosi, sul fondo dei mari, con la coda facevan la virgola. Cose, ripeto, inaudite.
*Chi venne a riferirmele insieme con la notizia dell'improvvisa alienazione mentale rimase però sconcertato, non notando in me, non che meraviglia, ma neppur una lieve sorpresa.

Difatti io accolsi in silenzio la notizia.
E il mio silenzio era pieno di dolore. Tentennai il capo, con gli angoli della bocca contratti in giù, amaramente, e dissi:
Belluca, signori, non è impazzito. State sicuri che non è impazzito. Qualche cosa dev'essergli accaduta; ma naturalissima. Nessuno se la può spiegare, perché nessuno sa bene come quest'uomo ha vissuto finora. Io che lo so, son sicuro che mi spiegherò tutto naturalissimamente, appena l'avrò veduto e avrò parlato con lui.

*Cammin facendo verso l'ospizio ove il poverino era stato ricoverato, seguitai a riflettere per conto mio:
"A un uomo che viva come Belluca finora ha vissuto, cioè una vita "impossibile", la cosa più ovvia, I'incidente più comune, un qualunque lievissimo inciampo impreveduto, che so io, d'un ciottolo per via, possono produrre effetti straordinarii, di cui nessuno si può dar la spiegazione, se non pensa appunto che la vita di quell'uomo è "impossibile". Bisogna condurre la spiegazione là, riattaccandola a quelle condizioni di vita impossibili, ed essa apparirà allora semplice e chiara. Chi veda soltanto una coda, facendo astrazione dal mostro a cui essa appartiene, potrà stimarla per se stessa mostruosa. Bisognerà riattaccarla al mostro; e allora non sembrerà più tale; ma quale dev'essere, appartenendo a quel mostro.
Una coda naturalissima. ''

*Non avevo veduto mai un uomo vivere come Belluca.
Ero suo vicino di casa, e non io soltanto, ma tutti gli altri inquilini della casa si domandavano con me come mai quell'uomo potesse resistere in quelle condizioni di vita.
Aveva con sé tre cieche, la moglie, la suocera e la sorella della suocera: queste due, vecchissime, per cataratta; I'altra, la moglie, senza cataratta, cieca fissa; palpebre murate.
Tutt'e tre volevano esser servite. Strillavano dalla mattina alla sera perché nessuno le serviva. Le due figliuole vedove, raccolte in casa dopo la morte dei mariti, l'una con quattro, l'altra con tre figliuoli, non avevano mai né tempo né voglia da badare ad esse; se mai, porgevano qualche ajuto alla madre soltanto.
Con lo scarso provento del suo impieguccio di computista poteva Belluca dar da mangiare a tutte quelle bocche? Si procurava altro lavoro per la sera, in casa: carte da ricopiare. E ricopiava tra gli strilli indiavolati di quelle cinque donne e di quei sette ragazzi finché essi, tutt'e dodici, non trovavan posto nei tre soli letti della casa.
Letti ampii, matrimoniali; ma tre.
Zuffe furibonde, inseguimenti, mobili rovesciati, stoviglie rotte, pianti, urli, tonfi, perché qualcuno dei ragazzi, al bujo, scappava e andava a cacciarsi fra le tre vecchie cieche, che dormivano in un letto a parte, e che ogni sera litigavano anch'esse tra loro, perché nessuna delle tre voleva stare in mezzo e si ribellava quando veniva la sua volta.
Alla fine, si faceva silenzio, e Belluca seguitava a ricopiare fino a tarda notte, finché la penna non gli cadeva di mano e gli occhi non gli si chiudevano da sé.
Andava allora a buttarsi, spesso vestito, su un divanaccio sgangherato, e subito sprofondava in un sonno di piombo, da cui ogni mattina si levava a stento, più intontito che mai.

Ebbene, signori: a Belluca, in queste condizioni, era accaduto un fatto naturalissimo.
*Quando andai a trovarlo all'ospizio, me lo raccontò lui stesso, per filo e per segno. Era, sì, ancora esaltato un po', ma naturalissimamente, per ciò che gli era accaduto. Rideva dei medici e degli infermieri e di tutti i suoi colleghi, che lo credevano impazzito.
Magari! diceva Magari!
Signori, Belluca, s'era dimenticato da tanti e tanti anni ma proprio dimenticato che il mondo esisteva.
Assorto nel continuo tormento di quella sua sciagurata esistenza, assorto tutto il giorno nei conti del suo ufficio, senza mai un momento di respiro, come una bestia bendata, aggiogata alla stanga d'una nòria o d'un molino, sissignori, s'era dimenticato da anni e anni ma proprio dimenticato che il mondo esisteva.
Due sere avanti, buttandosi a dormire stremato su quel divanaccio, forse per l'eccessiva stanchezza, insolitamente, non gli era riuscito d'addormentarsi subito. E, d'improvviso, nel silenzio profondo della notte, aveva sentito, da lontano, fischiare un treno.
Gli era parso che gli orecchi, dopo tant'anni, chi sa come, d'improvviso gli si fossero sturati.
Il fischio di quel treno gli aveva squarciato e portato via d'un tratto la miseria di tutte quelle sue orribili angustie, e quasi da un sepolcro scoperchiato s'era ritrovato a spaziare anelante nel vuoto arioso del mondo che gli si spalancava enorme tutt'intorno.
S'era tenuto istintivamente alle coperte che ogni sera si buttava addosso, ed era corso col pensiero dietro a quel treno che s'allontanava nella notte.
C'era, ah! c'era, fuori di quella casa orrenda, fuori di tutti i suoi tormenti, c'era il mondo, tanto, tanto mondo lontano, a cui quel treno s'avviava... Firenze, Bologna, Torino, Venezia... tante città, in cui egli da giovine era stato e che ancora, certo, in quella notte sfavillavano di luci sulla terra. Sì, sapeva la vita che vi si viveva! La vita che un tempo vi aveva vissuto anche lui! E seguitava, quella vita; aveva sempre seguitato, mentr'egli qua, come una bestia bendata, girava la stanga del molino. Non ci aveva pensato più! Il mondo s'era chiuso per lui, nel tormento della sua casa, nell'arida, ispida angustia della sua computisteria... Ma ora, ecco, gli rientrava, come per travaso violento, nello spirito. L'attimo, che scoccava per lui, qua, in questa sua prigione, scorreva come un brivido elettrico per tutto il mondo, e lui con l'immaginazione d'improvviso risvegliata poteva, ecco, poteva seguirlo per città note e ignote, lande, montagne, foreste, mari... Questo stesso brivido, questo stesso palpito del tempo. C'erano, mentr'egli qua viveva questa vita " impossibile ", tanti e tanti milioni d'uomini sparsi su tutta la terra, che vivevano diversamente. Ora, nel medesimo attimo ch'egli qua soffriva, c'erano le montagne solitarie nevose che levavano al cielo notturno le azzurre fronti... sì, sì, le vedeva, le vedeva, le vedeva cosi... c'erano gli oceani... Ie foreste...
E, dunque, lui ora che il mondo gli era rientrato nello spirito poteva in qualche modo consolarsi! Sì, levandosi ogni tanto dal suo tormento, per prendere con l'immaginazione una boccata d'aria nel mondo.
Gli bastava!
Naturalmente, il primo giorno, aveva ecceduto. S'era ubriacato. Tutto il mondo, dentro d'un tratto: un cataclisma. A poco a poco, si sarebbe ricomposto. Era ancora ebro della troppa troppa aria, lo sentiva.
Sarebbe andato, appena ricomposto del tutto, a chiedere scusa al capo ufficio, e avrebbe ripreso come prima la sua computisteria. Soltanto il capo ufficio ormai non doveva pretender troppo da lui come per il passato: doveva concedergli che di tanto in tanto, tra una partita e l'altra da registrare, egli facesse una capatina, sì, in Siberia... oppure oppure... nelle foreste del Congo:
Si fa in un attimo, signor Cavaliere mio. Ora che il treno ha fischiato..."

venerdì 23 aprile 2010

Storia di un giovane onesto...


Oggi pomeriggio ho ricevuto su facebook un invito ad una pagina "ONORE A GIUSEPPE GATI'" mi sono iscritto a questa pagina e mi sono informato su chi fosse questo ragazzo..leggendo la sua storia sono rimasto impietrito su quanto faccia schifo il nostro paese e la nostra società. In poche parole Giuseppe ebbe i suoi minuti di notorietà alla presentazione di un libro di Vittorio Sgarbi eletto sindaco di Salemi una cittadina siciliana, durante il corso di questa presentazione attaccò Sgarbi dandogli del pregiudicato perchè il noto personaggio televisivo aveva diffamato Caselli e l'antimafia, infatti su youtube c'è anche il video di questa critica e il giovane Gatì fu preso d'assalto dalle forze dell'ordine. Circa un mese dopo quell'episodio il 31 Gennaio 2009 Giuseppe Gatì muore "accidentalmente" sul lavoro. Si pensa che sia morto folgorato perchè sbadatamente aveva camminato su un cavo elettrico scoperto senza accorgersene. Ovviamente fu aperta un inchiesta ma come al solito non si risolse nulla ed è stata dichiarata morte accidentale. Certamente non si può accusare niente e nessuno senza prove ma certamente non si può non notare questo evento. Gatì era una persona onesta che amava la sua terra, la Sicilia, infatti aveva anche un blog intitolato "la mia terra la difendo" . Personalmente leggendo la storia di questo ragazzo morto in "circostanze non molto chiare" sono rimasto basito. La mafia, il governo, segretari,parlamentari ormai possiamo dire che sono la stessa cosa, infatti è raro vedere sprazzi di purezza in questo paese, e purtroppo quando ci sono vengono epurati immediatamente...Quindi non resta che rendere omaggio a questo ragazzo definito l'onore dei siciliani onesti!!

giovedì 22 aprile 2010

Anche il punk è arrivato a Broadway!


Ebbene sì, martedi 20 Aprile il musical "American Idiot" ha debuttato a Broadway riscuotendo molto successo. Non sembra vero che il punk abbia profanato il tempio sacro dei musical, ma addirittura si parla di un film basato sullo stesso musical sotto la produzione di Tom Hanks. Il musical come già detto prima si basa sull'album dei Green Day riprendendone soprattutto la musica e i personaggi. I protagonisti del musical sono tre: Willy, Tunny e Johnny ragazzi americani stanchi della società dell'American Idiot (George Bush) in cui vivono che decidono di fuggire. Tutto ruota attorno a Tommy il "Jesus Of Suburbia" che rappresenta il perfetto anti-eroe che cerca fortuna in città con la sua band, sperimenta la droga dopo aver conosciuto lo spacciatore "St.Jimmy" e si innamora di una ragazza la "Extraordinary Girl" che rimarrà senza nome. Dopo tutte le varie peripezie Tommy tornerà a casa con un pugno di mosche in mano e il ricordo della perduta amata "Whatersname".Oltre alle canzoni di "American Idiot" sono state anche usate alcune canzoni dell'ultimo album dei Green Day "21st Century Breakdown" tra le quali vi è un arrangiamento di "21 guns" cantata dal cast del musical e dai Green Day stessi. Il musical è stato realizzato sotto la supervisione di Michael Mayer regista di un altro musical di successo "Spring Awakening". Ovviamente questo musical vuole attaccare la politica dell'allora presidente Bush e la guerra in Iraq attraverso canzoni politicalmente scorrette come "Holiday" e "Wake Me Up When September Ends". Nonostante siano passati 5 anni dall'uscita di "American Idiot" e dopo l'abbuffata di premi ottenuti, quest'album continua a fare rumore attraverso questo musical e chissà in futuro anche dal film...

lunedì 19 aprile 2010

Mondi Opposti

U name

Questi ideogrammi incomprensibili sono solo la traduzione in giapponese del mio nome, Giuseppe, sembra che ci sia scritto qualcosa di incomprensibile e lunghissimo invece è un semplice nome... Questi ideogrammi rappresentano il fascino della lingua e cultura giapponese che da quanto ne so più o meno io (leggendo qua e la su internet) è una lingua sillabata quindi dovrei pensare che il mio nome in giapponese sia di 5 sillabe... chissà quando studierò meglio la materia saprò dirlo con certezza. Giappone e Cina sembrano 2 paesi totalmente estranei al mondo con la loro lingua la loro cultura la loro cucina ecc..forse sarà proprio questa diversità che rende questi popoli così affascinanti, le totali differenza da noi europei e anche americani.. Tutt'oggi si può dire che è tutto un mondo da scoprire!!

Un Salto Nel Nulla

Questo è il mio primo post... voglio scrivere di un salto nel buoi che sto per fare, perchè sono uno studente italiano che sta per diplomarsi con tanti sogni nella testa e tanta paura di non farcela. La società di oggi la conosciamo tutti non c'è lavoro c'è la crisi ovviamente tutti cercano la propria strada al fine di avere una vita tranquilla e rilassata. Ultimamente avevo sviluppato l'idea di iscrivermi alla facoltà di lingue però ultimamente ho interessi più affini alla cultura orientale quindi sarei orientato a iscrivermi alla facoltà di lingue orientali così da poter imparare cinese e giapponese e le varie culture.. Ovviamente prendendo quel ramo avevo la convinzione che sicuramente appena laureato avrei avuto le porte del mondo del lavoro spalancate ma curiosando su internet ho trovato molti blog di sinologi (coloro che conoscono lingue e culture orientali) che parlano di sfruttamento e che alla fine ci vuole sempre la spinta. Ora mi trovo in condizioni di confusione totale e mi resterebbe solo da ringraziare la società moderna che fa veramente schifo!